Com’è iniziata questa passione?
La passione per l’arte comincia sin dall’infanzia quando col carbone disegnavo sui muri, mezzo con il quale si svolge tuttora una parte importante della mia produzione artistica. Quando finalmente mi sono liberato dall’imposizione della scuola, ho cominciato a studiare veramente da autodidatta e da li son venute fuori la pittura a olio e la tecnica esplosiva.
Dalle pennellate e dall’utilizzo del colore nelle tue opere si percepisce uno spirito espressionista. Figure che sembrano fuoriuscire da un nero sempre presente che sporca la realtà rendendola quasi onirica, perché questa scelta?
Se riesco in un ritratto a far riconoscere il soggetto con il minor numero di pennellate possibili sono felice, l’essenza è quello che mi interessa. Il nero di cui parli è indispensabile per la tecnica esplosiva, nella quale uso inchiostro di china. Vedi, io penso che se si vuole risaltare al massimo la luce, questa si deve accostare al nero… tutto qui.
Che influenza ha il territorio sul tuo lavoro?
L’influenza è totale. La Sicilia è una terra piena di contrasti, di luce e decadenza, di bellezza e amarezza, di miti e leggende.
Qual è il lavoro di cui vai più fiero?
Non c’è un’opera in particolare, mi piace sperimentare diverse tecniche e stili, e non firmo mai un’opera se non la reputo migliore di quella precedente.
Come valuti la situazione in Sicilia riguardo al settore artistico?
Per quanto riguarda la pittura e la valorizzazione di nuovi talenti siamo messi maluccio.
Cosa prospetti per la tua arte?
Non saprei… intanto lavoro duro e faccio quello che mi piace, cosa molto più importate dell’aspetto economico.
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