Chi sei?
Sono il ricercatore di me stesso, attraverso le strade dell’impermanenza nel tempo e nel luogo a cui sono stato affidato dalle energie universali. Attraverso l’arte, la conoscenza e la ricerca sto delineando la mia essenza e il mio essere; ricercando l’amore e la bellezza, alimento la mia congiunzione con l’universo.
Dove vivi?
Vivo a Pozzallo, in Sicilia, una cittadina affacciata sul Mediterraneo, definita la “terrazza sul mare” a cui ho sempre rivolto lo sguardo: è per me un grande deserto.
Com’è iniziata questa passione?
Non ricordo il momento o il periodo preciso in cui ho abbracciato il mondo dell’arte, o per lo meno credo di non essermene mai reso conto. Ricordo, invece, che ho sempre avuto il bisogno di osservare la natura, di perdermi osservandola. Posso affermare che ho da sempre disegnato e dipinto. Credo che l’Arte abbia sempre bussato alla mia porta, ma, per uno strano caso, ho sempre temuto di incontrarla veramente. Ho lavorato pensando di dover faticare più di tanti altri, mettendomi sempre in discussione.
In quanto artista plastico, quali materiali prediligi?
Non prediligo nessun materiale. Mi interessa più il processo che porta all’opera piuttosto che la sua realizzazione finale, il lavoro sottotraccia. Sono attratto dagli spazi espositivi che non nascono come tali, per la carica di vissuto che trasmettono e per il confronto con la specificità di situazioni umane in contesti sempre diversi, sono un’occasione formidabile di crescita per un’artista: da questo nascono le mie installazioni.
Che influenza ha il territorio sul tuo lavoro?
Il mio territorio è l’universo e il posto in cui vivo, che trovo molto stimolante perché è ancora un luogo dove puoi ritagliarti attimi di silenzio; credo di non poterne fare a meno.
Qual è il lavoro di cui vai più fiero?
Ogni lavoro nasce da un processo interiore sentito e consapevole, secondo un principio di coinvolgimento. Non potrei scegliere tra uno dei miei lavori. Ognuno di essi segna una traccia della mia evoluzione, potrebbe paradossalmente significare di chiedermi di scegliere tra i miei figli.
Come valuti la situazione in Sicilia riguardo al settore artistico?
Fra gli operatori culturali siciliani avverto molta energia. Il punto dolente è la grande discontinuità delle politiche culturali e la vulnerabilità delle istituzioni culturali siciliane. Credo ci sia ancora tanta strada da fare affinché la cultura possa consolidarsi in un’isola come la nostra, che vive immersa nella bellezza ma, nel contempo, in contraddizioni.